La Storia della Pellicola Fotografica ed il suo uso ancora oggi

La Storia della Pellicola Fotografica ed il suo uso ancora oggi

La pellicola fotografica è stata scoperta nel 1727 da Johann Henrich Schulze, un medico tedesco. Tale pellicola era un misto tra gesso, argento e acido nitrico che venivano messi dentro un’ampolla di vetro. Dal momento in cui la soluzione veniva esposta al sole si produceva un effetto particolare dal bianco al viola che prese il nome di “scotophorus” che stava a indicare il portatore di tenebre.

Successivamente, Schultze provò con un altro esperimento dove attaccò sull’ampolla dei pezzi di lettere e numeri e si rese conto che una volta esposti alla luce del sole, era come se venissero in un certo senso stampati sulla soluzione. Solo nel 1839 fu il pittore francese Louis Daguerre a notare per primo la vera “pellicola fotografica”. Fu lui a creare il primo processo fotografico utilizzando dello iodio liquido ed una piastra di rame argentato. Lo iodio fungeva da emulsione e la piastra da base.

Le foto ottenute da tutto ciò vennero chiamate Dagherrotipi. Mentre il pittore francese continuava il suo processo, Talbot, archeologo francese, inventò un nuovo processo ovvero il calotipo. Tale processo era molto simile a quelle che sono le pellicole moderne poiché da ciò si otteneva un negativo da cui era possibile ristampare altre copie. Nel 1884 Eastman, riuscì ad unire i due lavori e creare il Rullino fotografico e dopo 5 anni, nel 1889, invento la prima pellicola trasparente. Nacque così la Kodak.

Come è fatta la pellicola fotografica?

Le pellicole fotografiche sono costituite dall’emulsione e dalla base, la cassetta e l’imballaggio e i materiali utilizzati sono argento, acido nitrico e gelatina. Tutti questi materiali sono inseriti dentro un contenitore metallico di protezione. Dal momento in cui si deve girare un film, la base è formata da acetato di cellulosa che si utilizza per formare una specie di sciroppo. Dallo sciroppo vengono estratti dei pellets solidi che vengono lavati e asciugati.

Come si sviluppa il film?

Il film si sviluppa in un foglio sottile e omogeneo stirato da alcune ruote placcate in cromo. I solventi che inizialmente hanno decomposto i pellet, si condensano man mano che le ruote girano sviluppando così la pellicola fotografica. Il foglio che proviene da tutto il processo viene avvolto in una bobina grande circa 137 centimetri.

Inoltre, bisogna sapere che la pellicola è molto sensibile alla luce, calore e polvere e dunque bisogna stare attenti a regolare temperatura ed umidità.

La pellicola fotografica: come viene utilizzata oggi

Ultimamente la fotografia è tornata ad essere famosa, così famosa che sul mercato sono state lanciate delle fotocamere analogiche con lo scopo di tenersi al passo con i tempi. Si sa che fotografando con la pellicola diventa tutto molto più bello, rilassante e si passa molto più tempo a creare la scena e pensare come crearla, poiché si ha molto più tempo a disposizione.

Quando si acquista una fotocamera a pellicola bisogna acquistarne una più meccanica possibile soprattutto per evitare di utilizzare la messa a fuoco manuale. Anche per quanto riguarda l’esposizione, la pellicola tende a funzionare al contrario di quella digitale poiché in fase di sviluppo si vanno a recuperare le parti più scure rispetto a quelle più nitide.

Ancora oggi è possibile acquistare pellicole e macchine fotografiche analogiche senza alcuni problemi; mentre per quanto riguarda i produttori, nonostante queste non vengono più prodotte, in giro per il mondo è possibile trovare qualche casa che le produce ancora.