Bonifica Amianto: ecco cosa prevede la legge in Italia

L’amianto è un materiale divenuto famoso più che per la sua rapida espansione e il suo largo utilizzo, per il suo elevato grado di tossicità.

Da quando negli anni sessanta furono scoperte le prime connessioni tra questo materiale e determinate gravi patologie, dovettero passare altri 26 anni perché almeno in Italia la legge vietasse parzialmente il suo utilizzo.

Solo nel 1992 la legge 257 vietò completamente la produzione di qualsiasi manufatto contenente amianto.

A distanza di così tanti anni ancora oggi il problema della sua bonifica, sia in campo industriale che privato, è molto sentita. Il famoso Eternit è stato impiegato per decenni come sistema di copertura non solo nei tetti dei capannoni, ma in moltissime abitazioni civili. La percentuale di amianto ancora oggi da smaltire è molto più alta di quello che si potrebbe mai immaginare.

Cosa stabilisce la legge

È bene subito chiarire che la legge italiana non obbliga un privato cittadino che possiede un edifico contenente amianto, a procedere alla sua bonifica. Questo perché sono materiali di per sé non pericolosi per la salute, ma lo possono diventare in caso di sgretolamento o quando si generano delle pericolose polveri contenente particelle facilmente inalabili.

Obblighi del proprietario di edifici contenenti amianto

Anche se la legge italiana non costringe alla bonifica, il proprietario dell’immobile con amianto ha comunque determinati obblighi.

Questi dipendono esclusivamente dalle condizioni dei manufatti di amianto che si trovano nello stabile.

Nel caso il materiale contenente amianto risultasse friabile (per il deterioramento causato da eventi atmosferici o dall’invecchiamento), il proprietario dovrà prontamente avvisare l’Asl.

L’azienda sanitaria locale provvederà a effettuare una verifica, stabilendo le eventuali modalità di intervento e le tempistiche per la messa in sicurezza.

In caso invece di amianto non friabile, ma ancora in buone condizioni, la legge stabilisce che il proprietario o l’amministratore dello stabile sono obbligati a redigere un programma di pianificazione per il controllo e la manutenzione.

In queste evenienze non scatta l’obbligo di comunicazione all’Asl, ma quello di far valutare il rischio. Il proprietario o chi per esso, dovrà affidarsi a società esperte nel settore, come MBA Ambiente, per richiedere un’appropriata valutazione sulle reali condizioni di tutti i manufatti contenenti amianto presenti nell’edificio

La mancanza del rispetto di tale normativa porta a elevate sanzioni amministrative; nei casi più gravi la sanzione può raggiungere la cifra di 18.075 euro.

La bonifica è sempre la scelta migliore in qualunque caso?

Sia che si tratti di materiali ancora in buono stato di conservazione e a maggior ragione se presentato i primi segni di usura, la scelta migliore è sempre provvedere alla bonifica.

Alla fine è un’opera di manutenzione che andrà affrontata prima o poi, perciò seguendo il buon senso e il vecchio detto che prevenire e meglio che curare, è altamente consigliabile agire per tempo.

Dover chiamare società specializzate per effettuare valutazioni e redigere piani di controllo e manutenzione ha comunque dei costi, che si ripresentano periodicamente e non eliminano il problema. Molto meglio affrontare la questione una sola volta e togliersi il pensiero.