Apparecchiature per la Ventilazione Meccanica: CPAP e BiPAP
Quando si ricorre alla locuzione “ventilazione meccanica” in ambito medico si fa riferimento ad apparecchi che supportano la respirazione di quelle persone che, per i più svariati motivi, non sono in grado di respirare in modo adeguato (nei casi più gravi ne sono addirittura totalmente incapaci).
Indice
La ventilazione meccanica, spesso indicata come ventilazione artificiale, non è una metodica di recente introduzione, e nel corso degli anni sono stati fatti progressi tecnologici di notevole livello in questo ambito.
Tecnicamente parlando, se ne distinguono due tipi: quella a pressione negativa e quella a pressione positiva.
La ventilazione meccanica a pressione negativa fu introdotta per il largo uso negli anni Venti del secolo scorso; è ormai sempre meno usata e destinata a scomparire; l’apparecchiatura utilizzata per questo tipo di ventilazione meccanica è nota come “polmone d’acciaio”. Il suo impiego più comune era quello di tenere in vita coloro che erano stati colpiti dalla poliomielite e conseguentemente perso la funzionalità polmonare.
La ventilazione meccanica a pressione positiva è invece l’opzione più moderna per il supporto alla respirazione e vi si ricorre in moltissime circostanze, più o meno gravi. Si distingue tipicamente fra ventilazione invasiva e non invasiva; nel primo caso la ventilazione viene effettuata tramite l’intubazione tracheale, mentre nel secondo caso si ricorre ad apparecchiature per la ventilazione che sfruttano come terminale delle maschere nasali o facciali più o meno ingombranti.
Ventilazione meccanica non invasiva: CPAP e BiPAP
I dispositivi più comuni per la ventilazione meccanica non invasiva sono i dispositivi CPAP (Continuous Positive Airway Pressure, Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree) e BiPAP (Bilevel Positive Airway Pressure, Pressione Positiva Continua Bifasica).
Si tratta di apparecchiature per uso medico che forniscono un supporto respiratorio a tutti coloro che, per le più svariate motivazioni, non sono in grado di respirare in modo adeguato. Sono macchinari di piccole dimensioni costituiti da un ventilatore collegato a una maschera tramite un tubo flessibile.
Spesso CPAP e BiPAP sono terapie a lungo termine e devono essere continuate vita natural durante, ma non mancano comunque i casi in cui esse sono sfruttate per gestire situazioni temporanee.
CPAP e BiPAP sono metodiche utilizzate sia in ambito ospedaliero sia per la terapia domiciliare (in questo caso più comunemente si ricorre alla CPAP). La scelta fra una tipologia e l’altra è stabilita di solito dallo specialista pneumologo. Di solito si ricorre alla BiPAP qualora il paziente non tolleri l’altra opzione.
Il funzionamento dei dispositivi CPAP e BiPAP è abbastanza simile, ma vi sono differenze per quanto concerne la modalità di erogazione dell’aria; nel primo caso si ha un livello continuo di pressione dell’aria, mentre nel secondo si hanno due livelli di pressione (una per l’inalazione e una per l’espirazione).
Per quali problematiche si ricorre ai trattamenti CPAP o BiPAP?
Ci si avvale di CPAP e BiPAP in svariate circostanze. L’impiego forse più noto della CPAP è il trattamento della sindrome delle apnee/ipopnee ostruttive nel sonno (condizione nota popolarmente come “apnee notturne”), una condizione patologica che si caratterizza per la presenza di interruzioni nella respirazione durante il sonno e dovuta a un’ostruzione parziale o totale delle vie aeree (nel primo caso si ha ipopnea, nel secondo si ha apnea).
Altre malattie per cui si ricorre a queste terapie sono la BPCO (la broncopneumopatia cronica ostruttiva), la polmonite, le malattie neurologiche che causano difficoltà respiratorie, la sindrome obesità-ipoventilazione ecc.